venerdì 29 maggio 2015

Lu Campiuni di Marsala: Asparinu pani e vinu!!!

Il film della vita di Gaspare Umile, un calciatore difficile da gestire sotto il profilo caratteriale chiuso e introverso, talento calcistico marsalese, indiscusso degli anni settanta, ricordato dagli sportivi siciliani per aver avuto la fortuna di giocare in serie A con la maglia del Napoli nel 1971, quando fra gli azzurri partenopei militavano campioni dal calibro dei Zoff e degli Altafini. Il ragazzo siciliano di Marsala, dove si è fatto le ossa e dove ha cominciato a farsi notare da qualche club di C venne prelevato prima dall’ Entella e poi successivamente acquistato dai campani dell’Angri, società che impazziva per le prodezze del marsalese che tanto ricordava il campione della Nazionale del periodo Gigi Riva.
E’ proprio nella squadra della provincia di Salerno che si impone come un attaccante non assai prolifico ma concreto, oltretutto bravo tecnicamente e col fisico piazzato, in grado di tenere botta agli avversari difensori dall’imponenza di uno schiacciasassi e in due stagioni mette a segno 13 gol, pochi ma sufficienti per convincere i dirigenti azzurri del Napoli a portarlo a maturare all’ombra del Vesuvio, con la strana voglia di farlo esplodere e di costruire su di lui il futuro dell’attacco partenopeo. Ha fiuto del gol, destrezza sotto porta, abilità balistica da affinare, tutto, quindi, per convincersi dei propri mezzi e imporsi sulla grande scena del calcio. Ha la sua occasione il  27 dicembre 1970, data del suo esordio in Serie A, al San Paolo contro il Verona, dove realizza anche un goal. Di quella stagione si ricordano anche il goal decisivo contro il Vicenza il 14 marzo 1971 e soprattutto il pregevole destro al volo con cui due settimane dopo gonfiò la rete della Lazio. Era una tarda domenica del 1971, quando la Domenica Sportiva mostrò ripetutamente uno splendida rete, che poi sarebbe stato giudicato come uno dei più belli di quella intera stagione. Una vera prodezza, un tiro al volo di collo pieno aveva gonfiato la rete della Lazio, aveva fatto esaltare i tifosi del Napoli ed aveva fatto emergere le sue velleità nel calcio che conta: conquistare la scena della serie A.
Chissà cosa accadde in seguito, sta di fatto che Umile inverte la tendenza e si chiude a riccio, complice un carattere tendenzialmente solitario e le difficoltà di un ambiente mai facile come quello napoletano. Giovanni Trapattoni, Dino Zoff e Josè Altafini hanno detto di lui: “Umile aveva grosse doti tecniche, era forte atleticamente, capace di inventare soluzioni di gioco, era rapido in area e il suo numero migliore era il tiro a rete: preciso e violento. Forse lo hanno frenato, impedendo di affermarsi definitivamente, certi limiti del carattere e la sua difficoltà a legare con l’ambiente”. Dopo che le ultime prove che il Napoli gli concesse per riscattarsi, Gaspare fu ceduto al Varese dove incontra proprio il Trapattoni, ma nonostante i buoni propositi a fine anno, causa anche la retrocessione dei lombardi, passa in serie B alla Reggina, nel tentativo di affermarsi nel campionato cadetto e guadagnare finalmente le credenziali per riprovarci di nuovo, ma le polveri bagnate sembravano oramai compromesse, per colpe sue e di annate sfortunate dove nulla ha girato per il verso giusto. Il Napoli se lo riprende nel ’73 cercando di dargli nuovamente fiducia e schierandolo anche in 5 occasioni, ma non bastarono a riqualificare un calciatore che avrebbe davvero potuto far grandi cose se solo si fosse ostinato ad una sorte che sembrava già segnata, considerando numeri e tecnica difficilmente avrebbe fallito l’appuntamento con il destino da bomber.
L’estro e i buoni propositi non sono bastati, Umile ritorna nella sua Marsala, con brevi parentesi prima a Chieti e poi ad Alcamo, ma è nella sua città natale che diventa profeta in patria segnando 40 gol in circa 200 presenze, non un bottino invidiabile, ma la caratura dei gol messi a segno e lo spettacolo che si vedeva in campo grazie alle sue doti gli valsero la nomea di “genio mancato” e pensare che a Napoli, in quei mesi, i tifosi avevano creduto di aver trovato il nuovo Gigi Riva, negli anni in cui “Rombo di tuono” faceva sognare Cagliari tra Scudetto e Coppa Campioni. Ognuno ha i propri rimpianti, il Napoli potrà di certo annoverare“Asparino” Umile tra quelli più dolorosi. All’età di 53 anni morirà per un male incurabile, tra la desolazione dei tifosi marsalesi che l'amavano all'inverosimile.. Un finale amaro per un giocatore su cui molti avrebbero scommesso. Ciao Grande Gaspare, Marsala e i siciliani non dimenticano le tue giocate e il tuo impeto agonistico e tecnico.


(in foto un goal di Gaspare Umile al San Paolo di Napoli, contro la Lazio)

< La Redazione Telematica di Domenicastadio Ficarazzi>

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